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"Che fare?" Cito Lenin non per tornare "alla strategia del partito rivoluzionario del proletariato", però leggendo l'interessante articolo di P. G. Pinna, sui cinquant'anni di storia disastrosa della Sardegna, è opportuno porsi l'interrogativo di cui sopra. Anche perché diventa sempre più dura la "staticità" e la pazienza che contraddistingue l'indole di noi sardi. Diciamo pure che diventa sempre più pesante assistere a raduni e / o conclavi semiclandestini del centro sinistra, in cui discutono di tutto fuorché di programmi utili, non dico per coinvolgere ma almeno per suscitare un minimo di interesse da parte dei cittadini - elettori. Naturalmente mi riferisco agli elettori che ancora tali sono, nonostante una legge elettorale continui a tenerne lontani dalle urne tanti altri. Intanto il leghista Salvini, quello dell'Autonomia Differenziata - dell'Italia fatta a pezzi - sbarca in Sardegna per far conoscere la sua perentoria decisione: " Cavallo che vince non si cambia!" Avanti tutta con la lega sardo-lombarda.

E noi? Popolo antifascista e rispettoso della Costituzione cosa facciamo? "Che fare?" Direbbe Lenin.

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