Juanne Ispurgadentes esulta con Alessandra Todde
🌐 Riflettori puntati sui gioielli che indossa la prima presidente donna della Sardegna
💎 Questione di simboli
Alessandra Todde lo sa bene: i simboli identitari sono una carta vincente. Soprattutto per lei che ne fa uso “naturale”. Nessuna strategia di marketing politico, nessun calcolo retrostante. Li usa semplicemente perché fanno parte del suo vissuto, della sua cultura. Nuorese tra i nuoresi, sarda tra i sardi, italiana tra gli italiani, europea tra gli europei. Spontanea e genuina, senza sfoggiare chissà quali abiti ricercati, chissà quali firme dell’alta moda. Informale, piuttosto. Casual, molto casual.
Diretta, molto diretta, e concreta.
Eppure sa bene, Alessandra Todde, che certi simboli vanno dritti al cuore. Colpiscono l’occhio e la testa. I simboli dicono spesso molto di più di intere vagonate di parole. I simboli sono asciutti, immediati, seducono, restano impressi. È una questione di comunicazione, subliminale magari, indiretta ma particolarmente efficace.
È successo così durante la trasmissione “Di martedì” di Giovanni Floris, su La7. Appena eletta prima presidente donna della Sardegna, Alessandra Todde si è presentata “naturale” come sempre: sobria ma decisa, pacata ma battagliera. Sorridente, con quei suoi occhioni che brillano. E con indosso, in bella mostra, gioielli della migliore arte orafa dell’isola: una collana d’argento, de prata, con appesi s’ispurgadentes e amuleti vari per tenere lontano il malocchio, come tradizione sarda vuole dalla notte dei tempi. Tanto è bastato perché rimbalzasse chiaro un solo messaggio: io, Alessandra Todde sono sarda dentro e fuori (per chi ancora non lo avesse capito). Scena ripetuta ad “Agorà”, da Roberto Inciocchi, su Rai Tre e poi ancora da Bruno Vespa, “Porta a porta”, su Rai Uno. E ancora: a “Piazzapulita”, nuovamente su La7, da Corrado Formigli.
Il simbolismo identitario ha bucato, è andato a segno. Anche se, a dire la verità, per la presidente della Regione Sardegna indossare quei gioielli non è certo una novità. Li usa da sempre, come fanno molte altre donne nuoresi, barbaricine, sarde.
Tant’è che gioielli come s’ispurgadentes sono particolarmente ambiti e graditi come regalo nelle più svariate occasioni. S’ispurgadentes, detto anche spuligadentes, tradotto letteralmente in italiano sarebbe: puliscidenti. Stecchino, stuzzicadenti.
Gioiello tipico della tradizione sarda, più o meno prezioso a seconda dei materiali usati per realizzarlo, della lavorazione e della bottega o del maestro orafo che lo firma. Un monile da toeletta, a forma di cuore o di qualche animale stilizzato, che un tempo veniva nascosto nel corpetto. Poi, invece, è diventato una prenda (un gioiello) da mettere in mostra. E chiaramente non se ne fa più l’uso che se ne faceva nell’Ottocento! A voler fare psicoanalisi, perciò, il messaggio di Alessandra Todde potrebbe anche significare che è pronta a ripulire tutti i denti/ingranaggi della macchina regionale da qualsiasi rimasuglio degli ultimi cinque anni... Chissà!
Certo è che se un giorno dovesse esserci la versione sarda di “Johnny Stecchino”, il titolo in limba potrebbe suonare “Juanne Ispurgadentes”. Doppiare Roberto Benigni sarebbe uno spasso. Maria (Nicoletta Braschi) potrebbe doppiarla proprio Alessandra Todde, perché no?
«Ma quanto costano le banane a Palermo?», per esempio.
La famosa domanda di Dante detto Johnny urlata dal suo balconcino a teatro.
In sardo potrebbe diventare:
«Ma a cant’est sa banana in Palermo?».
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